Sui passi (quotidiani) di Ignazio

Tra le varie modalità con cui al San Fedele viene proposta l’esperienza degli Esercizi Spirituali ve n’è una che coniuga in modo particolare vita ordinaria e preghiera


L’opera che vedete riprodotta nell'immagine è dello scultore catalano Lau Feliu. Si trova nella cattedrale Santa Maria del Mar a Barcellona e ricorda Ignazio di Loyola mendicante negli anni 1524-1525. Quello che sarebbe diventato il fondatore della Compagnia di Gesù sostava in quel periodo all’uscita della chiesa chiedendo l’elemosina per sostenersi negli studi. Una mano aperta che chiede e pronta per ricevere e nell’altra mano un libro.

Ignazio era reduce dall’esperienza di Manresa, una cittadina a poche decine di chilometri da Barcellona. Era giunto là nella primavera del 1522 con l’intenzione di fermarsi solo alcuni giorni. Di fatto si fermerà circa un anno e questo luogo sarà da lui considerato come la sua chiesa primitiva. A Manresa Ignazio si esercita nella vita spirituale, dedicandosi interamente ad essa come desidera fare un cuore generoso e innamorato di Dio. Racconta nell’Autobiografia che «aveva deciso di restare alcuni giorni e annotare anche alcune cose nel suo quaderno che conservava accuratamente e col quale si consolava molto».

Il testo degli Esercizi Spirituali ha la sua genesi proprio in questo luogo e verosimilmente in una grotta, dove egli sostava per pregare e da cui lo sguardo andava verso la suggestiva montagna di Montserrat. Oggi è possibile visitare questa grotta, diventata una cappellina all’interno di un edificio che è un Centro di Spiritualità Ignaziana della Compagnia di Gesù.

La proposta degli Esercizi Spirituali che viene fatta al San Fedele in diverse modalità (le giornate di ritiro, la settimana durante la Quaresima, gli Esercizi nella vita ordinaria) ha la sua ragion d’essere nell’avventura spirituale di sant’Ignazio a Manresa. Egli ci ha la lasciato un manuale contenente un itinerario accessibile a chiunque «li intraprenda con un animo aperto e generoso verso il suo Creatore e Signore». Ma come funzionano gli Esercizi? Ci torna utile la scultura di Lau Feliu.

È necessario sostare, è necessario chiedere, è necessario annotare su un quadernetto. Come dice il termine “esercizi”, si tratta di praticare un metodo, di fare: però non si tratta di fare un’esperienza qualsiasi, bensì un’esperienza orientata al sentire e gustare interiormente. Una storiella può rendere meglio quanto stiamo dicendo. Al maestro fu chiesto: «Che cosa ti ha dato la grazia?». Egli rispose: «Quando mi sveglio al mattino mi sento come un uomo che non è sicuro di vivere fino a sera». L’interrogante replicò: «Ma non è una cosa che tutti gli uomini sanno?». Il maestro rispose: «Lo sanno, certo. Ma non tutti lo sentono!». Detto in altri termini: nessuno si è mai ubriacato per aver compreso intellettualmente la parola vino.

La proposta degli Esercizi Spirituali al San Fedele che viene chiamata Esercizi nella vita ordinaria (o anche con la sigla EVO) cerca di coniugare vita quotidiana e preghiera. Questa proposta “breve ed intensa” degli Esercizi consta di un percorso di 8 settimane. L’idea di fondo è di accompagnare la persona in un “ritiro” continuando la propria vita quotidiana, le proprie occupazioni, gli impegni, ecc. Ciò che è richiesto alla persona, che diventa “esercitante”, è appunto di esercitarsi negli esercizi di preghiera quotidiana che vengono proposti. L’esperienza è accompagnata e supervisionata da una équipe. Il prossimo corso inizia il 4 febbraio e termina con una giornata di ritiro la domenica 29 marzo. Per info e iscrizioni: cis.novest@gesuiti.it

Massimo Tozzo SJ